venerdì 22 marzo 2024

Social Media: I RISCHI IN ETÀ EVOLUTIVA

 

DeBrief evento 21.02.2024 Dott. Pellai, Social Media I RISCHI IN ETÀ EVOLUTIVA

giovedì 22 febbraio 2024

19:06

 



Sono un genitore, mio figlio frequenta la Scuola dell'infanzia di Treia e mi permetto di trascrivere In questa breve relazione cenni degli interessanti temi che la Dott.ssa Romoli e il Dott. Pellai (https://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Pellai) hanno trattato in merito a nozioni, comportamenti e strategie che reputo importanti inserire nel bagaglio di competenze del Genitore.

L'obiettivo di questo documento è dare evidenza a quanta più platea possibile di una problematica potenziale e delle possibili vie di uscita.

 

Durante l'età evolutiva la tecnologia diventa un problema quando viene concessa ad uso personale. Uno studio dell'Università Bicocca dimostra che in questi ultimi dieci anni, in cui la curva della digitalizzazione crescente si è impennata, questo aumento di tecnologia non ha aiutato l'apprendimento, perché è stato verificato che il cervello assimila più in analogico. Inoltre è stato misurato il grado di alfabetizzazione dei diciottenni di oggi e risulta equiparabile a quello dei quindicenni di dieci anni fa.

 

Il Dott. Pellai, durante i colloqui con genitori che si affidano a lui per delle problematicità con i figli, come psicoterapeuta nota che i bimbi di dieci/undici anni navigano in totale autonomia rimostrando nei confronti dei genitori che quello è un loro territorio da non invadere, la loro privacy, il loro spazio: ma il loro cervello a quell'età non sa ancora gestire funzioni autoregolative, attivando un primo vortice di dipendenza.

Un altro fattore che emerge dai casi seguiti dal Dott. Pellai: meno attività i bimbi hanno nel tempo libero, più compensano con l'online con una media di 2/4 ore al giorno. L'online produce dopamina (neurotrasmettitore delle esperienze piacevoli, per esteso: https://it.wikipedia.org/wiki/Dopamina ), l'organismo quindi induce il soggetto a riprovare l'esperienza che l'ha precedentemente prodotta, quindi (per esempio) di notte il bimbo non resiste e mentre il genitore dorme sente il bisogno di connettersi. Studi scientifici hanno misurato la produzione di dopamina in 3 ore del bimbo davanti al gioco Fortnite e risulta essere la medesima quantità di dopamina prodotta da una dose di cocaina: stiamo quindi parlando di "cocaina digitale" fornita dal genitore pusher che poi porta il figlio in analisi perché a 11 anni picchia il padre che, non sapendo come interrompere questa dipendenza quotidiana, stacca la luce o il Wi-Fi: in questi soggetti, suoi pazienti, il Dott. Pellai riscontra "sregolati parametri cognitivi".

 

Il seminario è proseguito con suggerimenti e consigli pratici che consistono nel tenere strategie regolative alleandosi tra genitori della comunità per evitare il criterio "tutti ce l'hanno" , " è il regalo ideale per la Prima Comunione" e piuttosto domandarsi: Ma questa strumento è adeguato alla sua capacità di poterne gestire la complessità? La scienza risponde con un deciso NO per platee di età 10/12 anni.

L'impatto di questa dipendenza in età giovane si chiama ritiro sociale: noi adulti odiavamo andare in punizione nella nostra cameretta, ora odiano che stacchiamo il Wi-Fi e adorano stare in camera, avviene una vera e propria inversione dei ruoli nella crescita.

Cosa fare?

Creare un Patto Digitale di Comunità  https://pattidigitali.it/fai-un-patto/

Il momento della consegna dello smartphone è, simbolicamente e nella pratica, quello dove emergono maggiormente queste problematiche. Spesso i genitori concedono uno smartphone ai propri figli preadolescenti per non farli sentire diversi. Inoltre la forte pressione sociale e commerciale contribuisce a generare l’impressione che non ci sia modo di pensare ad un ingresso nel mondo digitale più lento e pensato. Ecco perché all'interno del patto il genitore inizia ad apprendere che esiste non una semplice via d'uscita ma una via per anticipare e ridurre i problemi prodotti dal non aver affrontato nel periodo corretto e nel giusto modo questa tematica. I genitori, come potete vedere nel fac-simile del patto (riportato in calce), tra le altre cose decidono di comune accordo di non donare smartphone prima di una certa età.

Il messaggio non è quello di tirare via la tecnologia dalle nostre case ma di ridurre quella portatile fino ad una certa età: Il Dott. Pellai stesso ammette di non avere figli perfetti ma può sperimentare la validità di questi insegnamenti in prima persona.

Il patto è una libera espressione di genitori che decidono in serenità di approfondire questi temi e prevede in estrema sintesi:

  1. Stabilire età minima
  2. Genitori che fanno autoformazione
  3. È dura ma so di non essere solo
  4. Partenza ideale sarebbe un gruppo di almeno 8 famiglie in alleanza dalla 1° elementare

 

THE SOCIAL DILEMMA è un docufilm che racconta come gli algoritmi alla base dei social sanno produrre nell'essere umano dopamina

Come guadagnano i social spiegato in The Social Dilemma | Netflix Italia




 









https://it.wikipedia.org/wiki/The_Social_Dilemma


In chiusura lo psicoterapeuta condivide ulteriori consigli pratici:

 

  • Garantire più inviti e partecipazioni ad eventi e situazioni di relazione: stai in mezzo agli altri, gioca in presenza con gli amici, insomma… Sii sociale e no social
  • All'eventuale domanda sul perché il figlio non ha il cellulare, un esempio di risposta valida può essere: "noi invece viaggiamo tanto, non si può avere tutto!"
  • Una mamma ha condiviso la propria difficoltà avendo un figlio di 11 anni (senza cellulare) che va a calcio e la squadra ha creato una chat (Whatsapp) interna di coordinamento allenamenti, partite; i genitori hanno chiesto di essere inseriti in chat come portavoce del figlio, ma non è stato possibile; il suggerimento è quindi quello di costituire uno smartphone di famiglia che non sia personale ma familiare (un po' come il vecchio telefono a fili che era al centro della casa)  dove rincondurre le chat di uso familiare utili alla gestione dei figli, gruppi sportivi, ecc. e, cosa fondamentale, tale dispositivo non se lo porta via il figlio.

 

Oggi abbiamo toccato la maggiore crisi di salute mentale in età evolutiva e non abbiamo consapevolezza dei fattori di rischio.  A ribadire la scientificità della precedente frase si è espresso nel maggio 2023 il General Surgeon americano con il medesimo allarmismo con cui negli anni '80 fece nei confronti della tossicità del tabacco.

 

https://www.aboutpharma.com/digital-health/social-media-lallarme-del-surgeon-general-usa-per-lo-sviluppo-degli-adolescenti/

 

È importante che i genitori e gli educatori siano informati sui rischi dei social media e che forniscano ai bambini e agli adolescenti le competenze necessarie per utilizzarli in modo sicuro e consapevole. Ciò richiede una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti.

In conclusione, il rapporto del ‘surgeon general’ Vivek H. Murthy rappresenta un importante richiamo all’attenzione sulla questione dei rischi dei social media per i bambini e gli adolescenti. È necessario agire con urgenza per proteggere i giovani dai potenziali pericoli dei social media e promuovere un utilizzo consapevole e sicuro di queste piattaforme. Solo in questo modo sarà possibile garantire un sano sviluppo mentale e psicologico dei bambini e degli adolescenti, promuovendo una cultura digitale responsabile e consapevole.

 

Da <https://dirittodellinformazione.it/rapporto-del-surgeon-general-usa-i-social-media-rappresentano-un-grande-rischio-per-i-minori/>

 

Mossi da questi temi, stiamo delineando le basi per costruire localmente il Patto Digitale tra Famiglie, Comunità e Unità Didattiche. Chi vuole salire a bordo è il benvenuto!

Potete contattarci per approfondimenti ai seguenti canali

Ilcoraggiodi.educare24@gmail.com

Elisabetta Romoli +39 338 9903358

Roberto Balestra +39 345 0943109